Teorema – Mother Russia Bleeds
È uscito TEOREMA #13. Questo mese, ho scritto Mother Russia Bleeds – Il passato come merce e come arma. Ecco l’incipit.
«Nulla cambierà il mondo» ripete Marilyn Manson in Lamb of God, un brano scritto al termine del millennio. La totale resa innanzi a una realtà alienata e immutabile è divenuta la nuova ideologia dell’Occidente fin dagli anni ’80; abbiamo sentiti troppi leader, dalla Thatcher alla Merkel, annunciare che «non esiste alternativa». A loro, si è presto unito un compiaciuto coro di intellettuali e filosofi d’apparato, determinati a convincerci che la nostra unica scelta sia sopportare il mondo e non mutarlo, in quanto, dopo cinquantamila anni di storia umana, essa si è conclusa di colpo nel 1989, insieme all’esperienza del blocco sovietico. Non mi pare sia necessario confutare questa concezione ridicola e millenaristica della storia, che tutto piega alla falsa coscienza liberista, perché è già stato fatto: in primo luogo dagli eventi di questi ultimi venti anni e, in secondo luogo, da una pletora di storici e filosofi “critici” o “eterodossi” (vengono così identificati dal mainstream coloro che nel medioevo erano, meno ipocritamente, bollati d’apostasia). Tuttavia, è interessante notare come il virus concettuale della “fine della storia” si sia radicato, anche inconsapevolmente, nella weltanshauung di milioni di persone e di come abbia prodotto effetti collaterali non ovvi. Tra di essi, il passato inteso sia come bene di consumo sia come arma. Per illustrare questo argomento, penso sia utile prendere in esame un videogame in cui quattro rom russi si sparano grandi siringate di droghe letali mentre percuotono i loro nemici a colpi di toilette e bottiglie rotte.