Teorema – No Man's Sky
È uscito TEOREMA #11. Questo mese, ho scritto No Man's Sky – L'oscurità del mero essere. Ecco l’incipit.
Siete pronti a compiere un viaggio tra migliaia di sistemi solari, incontrare forme di vita strane e inusuali, prender parte ad adrenaliniche battaglie spaziali, in un videogame la cui ambientazione è letteralmente infinita? Questa è la promessa fondamentale di No Man’s Sky, il survival fantascientifico della Hello Games: la prometeica aspirazione a divenire il videogame definitivo, l’Ultimo Gioco, una realtà a parte in cui abitare per sempre. Durante la presentazione della sua opera – in anteprima alla E3 –, Sean Murray, direttore della Hello, scatenò un’ondata di hype planetaria, annunciando che l’ambientazione della sua “Grande Opera” conteneva 18 quintilioni di pianeti (18 seguito da 18 zeri), ciascuno diverso, ciascuno popolato da una fauna e una flora uniche. A questa affermazione, tecnicamente vera, aggiunse anche una sequela di spudorate menzogne per invogliare all’acquisto: un sistema di fisica planetaria, la possibilità di battaglie di massa tra astronavi, dinamiche politiche tra fazioni sociali, il multiplayer, un sistema di illuminazione che avrebbe superato l’antiquata tecnologia delle lightbox. Nessuna di queste caratteristiche è stata implementata.