21
Giu
2009

Le magliette che mostrano la disposizione mentale che ha portato ai crimini di Guerra a Gaza — 24/03/09

(Que­sto arti­co­lo è sta­to tra­dot­to per Mega­chip)

di Adam Horo­wi­tz – da Mondoweiss

«Ha'aretz» pro­se­gue con la pub­bli­ca­zio­ne del­le testi­mo­nian­ze dei sol­da­ti impie­ga­ti a Gaza. L'articolo com­ple­to si tro­va qui. È inte­res­san­te per­ché mostra sen­za riser­ve il fer­vo­re mes­sia­ni­co che ali­men­ta­va la poli­ti­ca di puni­zio­ne col­let­ti­va per­se­gui­ta dal gover­no israe­lia­no duran­te l'Operazione Piom­bo Fuso. Non lo com­men­te­rò ulte­rior­men­te, anda­te a leg­ger­lo. Voglio par­la­re di un altro arti­co­lo, pub­bli­ca­to pro­prio oggi da «Ha'aretz». Il pez­zo è fir­ma­to da Uri Blau ed è inti­to­la­to "Se non lascia­te ver­gi­ni non ci saran­no atten­ta­ti". Si incen­tra sull'abitudine dei sol­da­ti israe­lia­ni di far­si stam­pa­re maglie per­so­na­liz­za­te che reca­no il logo del­la loro uni­tà insie­me a slo­gan di vario tipo. Di segui­to, pote­te vede­re qual­che esem­pio di que­ste magliet­te e del­la gra­fi­ca che le ador­na. Que­ste imma­gi­ni sono com­par­se solo sull'edizione in lin­gua ebrai­ca del sito di «Ha'aretz»:

- Una T‑shirt per cec­chi­ni di fan­te­ria reca la fra­se “Meglio usa­re Durex” vici­no al dise­gno di un bam­bi­no pale­sti­ne­se mor­to, con accan­to sua madre in lacri­me ed un orsacchiotto.
— Un'altra magliet­ta per cec­chi­ni del­la Bri­ga­ta Giva­ti mostra una don­na pale­sti­ne­se incin­ta con un miri­no stam­pa­to sul ven­tre e lo slo­gan, scrit­to in ingle­se, "1 pro­iet­ti­le, 2 morti."
— Dopo l'Operazione Piom­bo Fuso, i sol­da­ti del­lo stes­so bat­ta­glio­ne han­no inco­min­cia­to ad indos­sa­re una maglia che mostra il pri­mo mini­stro di Hamas, Ismail Haniyeh, che vie­ne pene­tra­to per via ana­le da un avvoltoio.
— Una T‑shirt dedi­ca­ta ai sol­da­ti che han­no com­ple­ta­to il cor­so di cec­chi­no: si vede un bim­bo pale­sti­ne­se che cre­sce fino a diven­ta­re un tee­na­ger aggres­si­vo e poi un adul­to arma­to. Lo slo­gan: "Non impor­ta come comin­cia, noi lo concluderemo.”
— Ci sono anche magliet­te dal con­te­nu­to spo­do­ra­ta­men­te ses­sua­le. Il bat­ta­glio­ne Lavi, ad esem­pio, ha dif­fu­so una T‑shirt che mostra un sol­da­to con accan­to una ragaz­za con­tu­sa e la fra­se: "Scom­met­to che ti han­no stuprata!"
— Alcu­ne del­le imma­gi­ni sot­to­li­nea­no azio­ni che l'esercito ha uffi­cial­men­te nega­to, come la pra­ti­ca di “con­fer­ma­re i mor­ti” (spa­ra­re in testa ai cada­ve­ri, per assi­cu­rar­si del­la loro effet­ti­va dipar­ti­ta), o quel­la di dan­neg­gia­re i luo­ghi di cul­to, o di ucci­de­re don­ne e bambini.

La magliet­ta con lo slo­gan "Fai sì che ogni madre ara­ba sap­pia che il futu­ro di suo figlio è nel­le mie mani!" è sta­ta recen­te­men­te ban­di­ta. Comun­que, un sol­da­to del­la Bri­ga­ta Giva­ti ha dichia­ra­to che, negli ulti­mi mesi dell'anno scor­so, il suo plo­to­ne ha fat­to stam­pa­re doz­zi­ne di magliet­te, fel­pe e pan­ta­lo­ni con que­sta dici­tu­ra. "Vi era dise­gna­to un sol­da­to come fos­se l'Angelo del­la Mor­te, con accan­to una cit­tà ara­ba ed un'arma da fuo­co." dice un sol­da­to "Il mes­sag­gio era mol­to for­te. La cosa più diver­ten­te è che quan­do uno dei nostri è anda­to a riti­ra­re le magliet­te, l'uomo che le ave­va stam­pa­te era un ara­bo. Il sol­da­to si è sen­ti­to in col­pa ed ha chie­sto ad una ragaz­zi­na al ban­co­ne di por­tar­glie­le." Nel 2006, i sol­da­ti che ave­va­no par­te­ci­pa­to al cor­so "Car­mon Team" per cec­chi­ni d'elite han­no stam­pa­to una T‑shirt che mostra­va il dise­gno di un ara­bo arma­to di col­tel­lo e la fra­se "Dovrai cor­re­re mol­to, mol­to, mol­to velo­ce pri­ma che sia fini­ta”. Sot­to, il dise­gno di una don­na ara­ba che pian­ge su una lapi­de e lo slo­gan: "E dopo pian­ge­rai, pian­ge­rai." [Que­ste fra­si sono pre­se dal testo di una can­zo­ne pop.]
Un'altra maglia per cec­chi­ni mostra un enne­si­mo ara­bo nel miri­no e l'annuncio: "Lo fac­cia­mo con le miglio­ri inten­zio­ni." Una T‑shirt stam­pa­ta dopo l'Operazione Piom­bo Fuso per il Bat­ta­glio­ne 890 dei para­ca­du­ti­sti mostra un sol­da­to con le fat­tez­ze di King Kong in una cit­tà sot­to attac­co. Il mes­sag­gio non lascia spa­zio ad ambi­gui­tà: "Se cre­di che si pos­sa aggiu­sta­re, allo­ra con­vin­ci­ti che si può distruggere!"
Que­ste magliet­te, pri­ma di esse­re stam­pa­te, devo­no esse­re appro­va­te dai coman­dan­ti dell'esercito. Sono una tra­di­zio­ne mili­ta­re, anche se la loro natu­ra espli­ci­ta è per cer­ti ver­si nuo­va. Orna Sas­son-Levy, socio­lo­go dell'Università di Bar-Ilan, affer­ma che le T‑shirt “fan­no par­te di una radi­ca­liz­za­zio­ne del pro­ces­so che l'intera nazio­ne sta attra­ver­san­do: i sol­da­ti sono solo l'avanguardia”. L'attivista israe­lia­no Ser­geiy Sand­ler, impe­gna­to da anni in cam­pa­gne con­tro il mili­ta­ri­smo insie­me all'associazione New Pro­fi­le, ci ha man­da­to que­sto arti­co­lo via mail, spie­gan­do­ci che le magliet­te sono “una dura­tu­ra tra­di­zio­ne del­le uni­tà mili­ta­ri israe­lia­ne; si pos­so­no tro­va­re ovun­que, sul­le ban­ca­rel­le, anche se gene­ral­men­te han­no slo­gan meno oltrag­gio­si. Un imma­gi­ne vale mil­le paro­le, non trovi?”
Non cre­do che que­sto tipo di T‑shirt sia­no un'esclusiva di Israe­le. Scom­met­to che ne sono sta­te crea­te anche per i sol­da­ti sta­tu­ni­ten­si in Iraq. Ma le maglie indi­ca­no un ambien­te in cui è per­mes­so, se non inco­rag­gia­to, il com­pie­re cri­mi­ni di guer­ra. Riflet­to­no una men­ta­li­tà in cui la vita pale­sti­ne­se è vista con disde­gno e spes­so non è nean­che rico­no­sciu­ta come tale. Uno dei sol­da­ti lo ha spie­ga­to chia­ra­men­te, duran­te la testi­mo­nian­za in cui ha descrit­to l'omicidio di una madre e dei suoi due bam­bi­ni: "…l'atmosfera gene­ra­le, per quel­lo che ho capi­to dal­la gran par­te dei col­le­ghi con cui ho par­la­to… non so come descri­ver­la… dicia­mo che le vite dei pale­sti­ne­si han­no mol­ta, mol­ta meno impor­tan­za del­le vite dei nostri sol­da­ti. Per quel­lo che li riguar­da, giu­sti­fi­ca­no in que­sto modo ogni loro azione."