Teorema — World of Warcraft
Io, Bepi Vigna, Elisabetta Randaccio e Antonello Zanda abbiamo creato una rivista di cinema. Questo è il mio primo articolo, World of Warcraft – Quattro secoli di gamification del reale. Ecco un estratto:
Il vostro raid conta quaranta seminatori di morte con bicipiti fumanti e la pelle piastrata di platino. Montate su grifoni assetati di sangue e pantere che latrano al nemico, stringete tra le mani spadoni in fiamme e asce bipenni fosforescenti, dagli occhi vi erutta in filamenti viola la quintessenza della morte. Mentre vi accingete a sfondare le porte di Orgrimmar e far strage degli odiati pelleverde, fermatevi un istante. Guardate il cielo. Max Weber vi rivolge un amichevole cenno con la testa. Benvenuti su World of Warcraft.
Come notato da molti, l’odierna cultura americana individualista, consumista e forsennatamente “nuovista” non è altro che una sottilissima patina sotto alla quale continua a girare un motore fabbricato dai puritani molti secoli addietro. Se isoliamo alcuni aspetti della loro dottrina – una delle varie declinazioni del credo calvinista –, la loro contemporaneità ci apparirà in tutta la sua evidenza. Ci focalizzeremo su uno solo di questi aspetti.