14
Apr
2015

Cose Preziose #2 — Danza della Pioggia, Processi & Cadaveri

 
La rubri­ca gemel­la di Cose Pre­zio­se è Schrei­ber Post.
Ecco qual­che aggior­na­men­to su quel che è acca­du­to nell'universo Rotfuchs/Karta Edi­zio­ni nel­le ulti­me due set­ti­ma­ne, più qual­che con­si­de­ra­zio­ne generale.
- Il mano­scrit­to de Il Pro­ces­so Bar­tel­lo­ni di Giu­lio Pic­ci­ni (AKA Jar­ro) è sta­to con­se­gna­to al nostro Caro Lea­der, Ales­sio. È attual­men­te in fase di post-pro­du­zio­ne. È il sequel de L'Assassinio nel vico­lo del­la Luna e sarà pub­bli­ca­to al più pre­sto. Avrai mag­gio­ri infor­ma­zio­ni quan­do avverrà.
- Sto edi­tan­do I ladri di cada­ve­ri, ter­za par­te del­la serie, e pen­so di poter con­se­gna­re il mano­scrit­to in un paio di settimane.
- Ales­sio ha con­clu­so il revamp e la ripub­bli­ca­zio­ne di Lisi­stra­ta di Ari­sto­fa­ne. Dagli un'occhiata, se vuoi leg­ge­re una del­le com­me­die più bel­le e poli­ti­ca­men­te scor­ret­te del­la sto­ria dell'umanità.
Ed ora, par­lia­mo dell'argomento di que­sto post: dana­ro, ster­co del demo­nio. Come tut­ti san­no, «zio, è dura far pio­ve­re cash» (op. cit.). Que­sto è spe­cial­men­te vero nell'editoria odier­na ita­lia­na. Guar­dia­mo­ci in fac­cia e dicia­mo­ce­lo: le con­di­zio­ni eco­no­mi­che fan­no schi­fo. Spes­so, le con­di­zio­ni sem­pli­ce­men­te non ci sono, e miglia­ia di pro­fes­sio­ni­sti lavo­ra­no gra­tis a vario tito­lo: auto­ri, edi­tor, tra­dut­to­ri, coper­ti­ni­sti et alia. Cer­ti lo fan­no per­ché se lo pos­so­no per­met­te­re, altri per furo­re ideo­lo­gi­co, altri per pas­sio­ne, altri per­ché pen­sa­no sia in qual­che modo uti­le alla loro car­rie­ra (in caso te lo stes­si chie­den­do, non lo è). Gli auto­ri, di nor­ma, piglia­no l'8% del prez­zo di coper­ti­na e una pac­ca sul­la spal­la: se un roman­zo è sta­to scrit­to in tre mesi, ad esem­pio, e vie­ne ven­du­to a 15€, colui che lo ha scrit­to gua­da­gne­rà 1,2€ meno le tas­se per copia; per met­te­re le mani su 1000€ per ogni mese di lavo­ro, dovrà ven­der­ne sva­ria­te miglia­ia, il che è sem­pre più raro per chi pub­bli­ca per case edi­tri­ci che, a vario tito­lo, pos­sia­mo defi­ni­re indie. Cri­sto, è sem­pre più raro pure per le gros­se, sal­vo un drap­pel­lo di scrit­to­ri celebri.
La doman­da che tut­ti gli esse­ri uma­ni si pon­go­no è: «Ma dove fini­sce il restan­te 92% del prez­zo di coper­ti­na?». Oltre alla quo­ta per gli edi­to­ri, che è ana­lo­ga o poco supe­rio­re a quel­la degli auto­ri, il resto si per­de per stra­da, ovve­ro nel­la distri­bu­zio­ne. Non deve esse­re per for­za così.
Il pia­no che abbia­mo in men­te per la Rot­fu­chs, non appe­na sarà ope­ra­ti­va, par­te da pre­sup­po­sti mol­to sem­pli­ci. Li con­di­vi­do qui, per­ché spe­ro che altre case edi­tri­ci indie ini­zi­no a ope­ra­re secon­do que­sti principi:
1) Stec­ca para, chi­co. L'autore deve met­te­re le mani sul 50% dei pro­fit­ti del libro. Non l'8% del prez­zo di coper­ti­na, non il 12%, non una quo­ta pro­gres­si­va, la qua­le aumen­ta insie­me alle copie ven­du­te. La metà dei pro­fit­ti. La rego­la del­la stec­ca para vale per tut­to ciò che è con­nes­so al libro in que­stio­ne. I pro­fit­ti, natu­ral­men­te, non equi­val­go­no al prez­zo di coper­ti­na. Col siste­ma che abbia­mo mes­so su, pos­so dar­ti una sti­ma gene­ra­le: imma­gi­nia­mo un libro da 250 pagi­ne, ven­du­to a 12€. La pro­du­zio­ne mate­ria­le e la distri­bu­zio­ne costa 4,75€ a copia. 7,35€ riman­go­no all'editore e l'autore, in par­ti ugua­li. Non è una bar­ca di sol­di, ma è più del dop­pio di quel­lo che offre ora il mercato.
2) La distri­bu­zio­ne tra­di­zio­na­le può mori­re nel deser­to con gli scor­pio­ni. Tut­ta­via, voglia­mo pub­bli­ca­re libri di car­ta (oltre a quel­li digi­ta­li) e far­li arri­va­re nel­le mani dei nostri let­to­ri. For­tu­na­ta­men­te, il Glo­rio­so Sole dell'Avvenire di Inter­net ci offre del­le solu­zio­ni per risol­ve­re il pro­ble­ma. Non dico che la distri­bu­zio­ne tra­di­zio­na­le sia gesti­ta da lican­tro­pi asse­ta­ti di sol­di e ani­me, ma, sem­pli­ce­men­te, noi indie non ce la pos­sia­mo più per­met­te­re. Non pos­sia­mo dar­vi il 60% di quel che gua­da­gnia­mo, mi spia­ce. Sfrut­ta­re la rete al posto del­la distri­bu­zio­ne tra­di­zio­na­le, però, taglia fuo­ri le libre­rie indi­pen­den­ti: sic­co­me noi le amia­mo, tro­ve­re­mo il modo per inclu­der­le, ed esclu­de­re il resto. Il suc­co del discor­so è una posi­zio­ne iso­la­zio­ni­sta rispet­to ai mono­po­li: che fac­cia­no quel che voglio­no, nei loro silo (rubo il ter­mi­ne a Ster­ling per chi pro­du­ce, distri­bui­sce e ven­de in-hou­se), noi ne sia­mo fuo­ri e dob­bia­mo vive­re in un diver­so habi­tat, in cui asso­cia­zio­ni dei let­to­ri e net­work infor­ma­li han­no un gran­de ruolo.
C'è un moti­vo per que­ste diret­ti­ve, ma non si trat­ta del­la giu­sti­zia socia­le. Se voglia­mo che le ven­di­te aumen­ti­no e che i let­to­ri cre­sca­no in nume­ro, dob­bia­mo ave­re un eser­ci­to di scrit­to­ri pro­fes­sio­ni­sti. Gen­te che vive di quel che scri­ve, e pro­du­ce 1–2 roman­zi l'anno. Non voglia­mo cen­ti­na­ia di auto­ri che ten­ta­no di rita­glia­re una mezz'ora al gior­no per scri­ve­re, men­tre pas­sa­no il resto del­la gior­na­ta a fre­sa­re o frig­ge­re ham­bur­ger da McDo­nalds o col­ti­va­re l'orto. Sono atti­vi­tà rispet­ta­bi­li, ma sono altri mestie­ri, e noi auspi­chia­mo che fac­cia­no un mestie­re solo, in modo che la loro con­cen­tra­zio­ne e pro­dut­ti­vi­tà sia indi­vi­sa. Voglia­mo che aumen­ti la fascia media di scrit­to­ri, per­ché oggi sta sva­nen­do: non un pugno di scrit­to­ri in ogni nazio­ne che ven­da quat­tro milio­ni di copie, ma mol­tis­si­mi che ven­da­no il tan­to suf­fi­cien­te per viver­ci. Tut­to ciò aumen­ta la "bio­di­ver­si­tà" del­la nostra let­te­ra­tu­ra e più facil­men­te crea nuo­vi let­to­ri, nuo­vi gene­ri, nuo­ve idee. Il pro­ble­ma dei mono­po­li, in ogni cam­po, non è la loro ini­qui­tà o immo­ra­li­tà, ma il fat­to che, spes­so, sfa­scia­no o fan­no sta­gna­re i mer­ca­ti. E noi sia­mo info­fi­li, ci nutria­mo di Mera­vi­glio­se Cose Nuove.
Dopo un perio­do ini­zia­le, di asse­sta­men­to, spe­ria­mo di poter anche intro­dur­re ulte­rio­ri misu­re di rin­for­zo a que­sta poli­ti­ca, come l'essenziale anti­ci­po sui dirit­ti d'autore (alme­no 2–3 cen­ts a paro­la, per una lun­ghez­za media di 60k-80k paro­le a roman­zo) e altre bel­le coset­te. Se lavo­ri nell'editoria e hai idee in pro­po­si­to a quel che ho scrit­to, fam­mi sape­re, sono curio­so di sen­ti­re altre voci in materia.