31
Gen
2020

MASCHERE DEL POTERE

È usci­to MASCHERE DEL POTERE — CAPTAIN AMERICA: CIVIL WAR E THE DARK KNIGHT, UN'ANALISI POLITICA, pub­bli­ca­to da Resh Sto­ries. Il bre­ve sag­gio stu­dia la poli­ti­ca e la geo­po­li­ti­ca in AVENGERS — CIVIL WAR e THE DARK KNIGHT, attra­ver­so un raf­fron­to tra i film, i fumet­ti da cui sono trat­ti e i con­te­sti socia­li in cui sono sta­ti con­ce­pi­ti. HOT STUFF. Ecco l'introduzione:


Con il ter­mi­ne soft power si defi­ni­sce la capa­ci­tà di uno sta­to di per­se­gui­re i pro­pri fini geo­po­li­ti­ci tra­mi­te la mera nar­ra­zio­ne accat­ti­van­te del pro­prio pun­to di vista, oppor­tu­na­men­te incar­ta­ta in un invo­lu­cro di fal­sa coscien­za. Il soft power non sfrut­ta i siste­mi “hard” del­la for­za e del­la coer­ci­zio­ne, ma pun­ta drit­to al con­sen­so, all’anima di un popo­lo straniero.

Dopo seco­li in cui il Vati­ca­no ha sfrut­ta­to que­sta for­ma di ope­ra­zio­ne poli­ti­ca in modo magi­stra­le, nel ven­te­si­mo seco­lo lo scet­tro è di sicu­ro pas­sa­to a Hol­ly­wood. Pro­prio per la sua capa­ci­tà a con­ver­ti­re a nuo­vi sti­li di vita, nuo­vi valo­ri, nuo­ve pro­spet­ti­ve sugli equi­li­bri geo­po­li­ti­ci, la gran­de nar­ra­zio­ne visi­va sta­tu­ni­ten­se ha pla­sma­to il mon­do più di quan­to lo abbia­no fat­to le sue por­tae­rei; anche se, come pare natu­ra­le, entram­bi gli approc­ci sia­no sem­pre sta­ti usa­ti in con­cer­to. Solo in tem­pi recen­tis­si­mi le poten­ze emer­gen­ti – in pri­mo luo­go Rus­sia e Cina, ma anche player mino­ri qua­li, per citar­ne una, la Tur­chia – han­no ini­zia­to a pre­oc­cu­par­si di que­sto lato dell’egemonia: cana­li tele­vi­si­vi rus­si in lin­gua ingle­se han­no cam­bia­to il pano­ra­ma dell’informazione gior­na­li­sti­ca, così come azien­de video­lu­di­che cine­si qua­li Ten­Cent han­no pre­so il con­trol­lo del mer­ca­to, men­tre in sca­la regio­na­le e non glo­ba­le, pos­sia­mo nota­re come le soap pub­bli­che tur­che stia­no affer­man­do, pian pia­no, un nuo­vo calei­do­sco­pio di pun­ti di vista sul mon­do, lad­do­ve pri­ma esi­ste­va solo la voce degli USA.

Attual­men­te, una del­le for­me pre­va­len­ti di que­sta “edu­ca­zio­ne” avvie­ne tra­mi­te il cine­ma e, nel­lo spe­ci­fi­co, il cine­ma supe­re­roi­sti­co: pro­prio per­ché, come l’animazione del­la Pixar o del­la Disney, si rivol­ge alla più ampia fascia di pub­bli­co, ini­zia a dive­ni­re una del­le for­me d’arti più inte­res­san­ti da ana­liz­za­re sot­to il pro­fi­lo del soft power. I bam­bi­ni ado­ra­no i bloc­k­bu­ster del­la Mar­vel o del­la DC e ciò por­ta anche i loro geni­to­ri ad accom­pa­gnar­li al cine­ma. La fascia d’età inter­me­dia, pro­ba­bil­men­te, già cono­sce i per­so­nag­gi per aver­li visti in cen­ti­na­ia di fumet­ti e video­ga­mes, men­tre quel­la più avan­za­ta ha ini­zia­to a leg­ge­re comics pri­ma che tut­ti gli altri fos­se­ro nati. Essen­zial­men­te, ope­re come Aven­gers End­ga­me o Justi­ce Lea­gue han­no la poten­zia­li­tà di copri­re una fascia di popo­la­zio­ne che par­te dal­la più tene­ra età a quel­la più matura.

È uti­le stu­dia­re come il soft power si mani­fe­sta in que­ste ope­re, qua­le sia il loro back­ground poli­ti­co, pro­prio per­ché la loro natu­ra uni­ver­sa­le (sia inter­na che ester­na a uno sta­to), uni­ta all’estrema cari­ca ideo­lo­gi­ca intrin­se­ca, ha un poten­zia­le for­ma­ti­vo supre­mo. Tut­ta­via, sic­co­me Hol­ly­wood è prin­ci­pal­men­te un’industria – seb­be­ne enor­me­men­te finan­zia­ta con fon­di pub­bli­ci – e non un mero isti­tu­to pro­pa­gan­di­sti­co di sta­to, come ad esem­pio il Min­cul­pop, è inte­res­san­te nota­re come la com­ples­sa inte­ra­zio­ne tra fat­ti di cro­na­ca, mul­ti­for­mi cor­ren­ti poli­ti­che degli auto­ri, esi­gen­ze com­mer­cia­li e con­ven­zio­ni di sce­neg­gia­tu­ra main­stream con­ver­ga­no per defi­ni­re il signi­fi­ca­to poli­ti­co di una sin­go­la ope­ra o di un sin­go­lo eroe. E, soprat­tut­to, di come que­sti signi­fi­can­ti si evol­va­no nel tempo.

Inol­tre, la sem­pli­ce tran­si­zio­ne da un medium all’altro (in que­sto caso cine­ma e fumet­to), spes­so appor­ta del­le sostan­zia­li modi­fi­che al signi­fi­ca­to di una deter­mi­na­ta ico­na, per moti­vi det­ta­ti dall’estetica e non da pre­mi­nen­ti mire propagandistiche.

A que­sto fine, ana­liz­ze­re­mo due ope­re, Cap­tain Ame­ri­ca – Civil War e The Dark Knight Rises osser­van­do in modo, neces­sa­ria­men­te impres­sio­ni­sti­co, come la rap­pre­sen­ta­zio­ne poli­ti­ca dei loro pro­ta­go­ni­sti si sia evo­lu­ta in rela­zio­ne allo spi­ri­to dei tem­pi. Si stu­die­rà l’origine dei per­so­nag­gi, l’opera a fumet­ti e, infi­ne, il film da esso trat­to, giu­stap­po­nen­do­li agli even­ti socia­li che li han­no influen­za­ti. Pre­pa­ria­mo­ci a un viag­gio turbolento.