Due prospettive su PARADOX
Cronache Bizantine ha recensito PARADOX, con un'agile analisi su personaggi, rimandi letterari e cinematografici, note comparative tra il libro e DOMANI e molto altro. Ecco un estratto:
Sia Domani verso la fine, che la raccolta Armi Narrative Sperimentali, che Paradox hanno inoltre in comune una mescolanza molto peculiare di Burroughs e Lovecraft: l'esagerazione grammaticale e sintattica del primo viene ripreso coniugato alla visione “cosmica” del secondo, producendo un effetto di “estraniamento” molto potente. Di solito la visione cosmicista di Lovecraft viene o edulcorata, o trasposta in chiave horror (tentacoli, sangue, gore, ecc ecc). Con Paradox, invece, gli dei cthuliani – gli Dei Schiavi, come vengono qui chiamati – sono descritti usando il lessico di Burroughs, cercando piuttosto di mostrarne non tanto l'orrore quanto la grandezza. E per quanto Lovecraft usasse un linguaggio barocco, l'idea di recuperare Burroughs in questa chiave è azzeccata.
Ecco una recensione di PARADOX comparsa su Cinemecum. Un estratto:
Scegliendo come sfondo la periferia degradata di una metropoli occidentale, dove si muovono personaggi dalle vite messe in crisi dalle dinamiche economiche di una "società-monstrum" volta al profitto e allo sfruttamento, Spiga mette in moto una vicenda che può essere letta anche a livello avventuroso, data la capacità dell'autore nel descrivere episodi movimentati, ansiogeni, di lotte, inseguimenti, scontri e tensioni. Cosa sarà mai, cosa soprattutto significa l'apparizione di una strana "macchina", un "cubo" trasportante personaggi i quali, forse, vogliono cambiare il mondo o magari distruggerlo? Spiga procede con un'alternanza di thriller contaminato con una sorta di racconto filosofico, utilizzando la retorica dell'ironia e del grottesco pure quando sembra di avere davanti a noi esclusivamente violenza e mistero.