31
Ott
2014

Intervista di PQEditor su LOVECRAFT ZERO

Secon­da par­te del­lo spe­cial sul­le mie ope­re di PQE­di­tor. Un'intervista su LOVECRAFT ZERO. Ecco un estratto:

COME E’ STATO LAVORARE SU DEL MATERIALE INDITO PER L’ITALIA
Mas­si­mo Spi­ga: Negli scor­si decen­ni, tut­ti i rac­con­ti di Love­craft sono sta­ti tra­dot­ti in ita­lia­no, così come i suoi sag­gi ed i suoi tac­cui­ni. Ciò che rima­ne anco­ra ine­di­to sono i suoi arti­co­li, i dia­ri di viag­gio e le sue let­te­re, pub­bli­ca­ti in una deci­na di mega-tomi dal­la sta­tu­ni­ten­se Hip­po­cam­pus Press. È mol­to sem­pli­ce capi­re per­ché tut­to ciò rimar­rà ine­di­to in Ita­lia: le let­te­re, ad esem­pio, sono diciot­to­mi­la. Alcu­ne sono lun­ghe più di cin­quan­ta pagi­ne. Love­craft si dedi­ca­va quo­ti­dia­na­men­te a scri­ver­le e leg­ger­le. Era il suo “social net­work” di car­ta ed inchio­stro, il suo uni­co lega­me con mol­tis­si­mi arti­sti che vive­va­no a miglia­ia di chi­lo­me­tri di distan­za. Per Love­craft Zero, ho distil­la­to le sue let­te­re in modo da rac­con­tar­ne la vita. È sta­to affa­sci­nan­te. I tra­va­gli e gli entu­sia­smi che descri­ve sono ana­lo­ghi a quel­li pas­sa­ti da un qual­sia­si scrit­to­re in qual­sia­si epo­ca. Le sue tira­te con­tro la poli­ti­ca cial­tro­na si potreb­be­ro appli­ca­re pari pari alla demo­cra­zia odier­na. I let­to­ri si iden­ti­fi­che­ran­no nei ricor­di del­la sua infan­zia, tra­scor­sa a leg­ge­re i miti gre­ci o ara­bi e ad osser­va­re le stel­le con un can­noc­chia­le. Le let­te­re demo­li­sco­no il mito che cir­con­da HPL e ce lo resti­tui­sco­no come un esse­re umano.
SU QUALE ALTRO GRANDE AUTORE FONDAMENTALE VORREBBE LAVORARE IN FUTURO
Mas­si­mo Spi­ga: Pri­ma di tut­to, se le ven­di­te ci daran­no ragio­ne (e, anche se è anco­ra trop­po pre­sto per dir­lo con cer­tez­za, pare pro­prio di sì) Love­craft Zero pro­se­gui­rà e, oltre ad altri rac­con­ti di HPL, con­ter­rà mate­ria­le dei suoi mol­tis­si­mi “disce­po­li” esclu­si dal pri­mo libro: mi vie­ne in men­te Robert Howard, Donald Wan­drei, Augu­st Del­reth e mol­ti altri.
A par­te que­sto, un mio gran­de obiet­ti­vo è tra­dur­re l’opera omnia di Robert Anton Wil­son, uno straor­di­na­rio auto­re sta­tu­ni­ten­se di cui, in ita­lia­no, esi­sto­no sol­tan­to tre libri, edi­ti dal­la Sha­Ke. Seb­be­ne The Illu­mi­na­tus Tri­lo­gy sia indub­bia­men­te il suo capo­la­vo­ro, c’è mol­to altro mate­ria­le sfri­go­lan­te anco­ra ine­di­to  (come la sua auto­bio­gra­fia psi­che­de­li­ca, Cosmic Trig­ger).
Un altro auto­re per me impor­tan­te è Erik Davis, un intel­let­tua­le cali­for­nia­no. Per ora, con la casa edi­tri­ce Iper­me­dium Libri, io stes­so sono impe­gna­to nel­la tra­du­zio­ne di Codi­ci Noma­di (il cui pri­mo volu­me è già in ven­di­ta), eppu­re mol­ti altri anco­ra man­ca­no all’appello. Sareb­be impor­tan­te offri­re agli ita­lia­ni The Exe­ge­sis of Phi­lip K. Dick, ad esem­pio. Exe­ge­sis è il Sacro Graal di ogni appas­sio­na­to di fan­ta­scien­za. Oltre i nomi cita­ti, il 99% dei bei libri non vie­ne mai tra­dot­to: c’è l’imbarazzo del­la scel­ta. In un mer­ca­to edi­to­ria­le fun­zio­nan­te, un tra­dut­to­re potreb­be lavo­ra­re dal­la cul­la alla tom­ba sen­za scal­fi­re nean­che di una minu­sco­la fra­zio­ne la pila dei libri inte­res­san­ti da pro­por­re agli italiani.

Per leg­ge­re l'intervista com­ple­ta, vai a que­sto link