21
Lug
2018

Rassegna stampa — Intervista su Dimensione Parallela

Wal­ter Fabia­nel­li, uno scrit­to­re, mi ha chie­sto un paio di doman­de. Io ho rispo­sto con un ser­mo­ne inter­mi­na­bi­le pie­no di Sag­gez­za Tra­scen­den­ta­le. Ecco un estratto:


Stai pub­bli­can­do con Ache­ron Books? Una casa edi­tri­ce che sele­zio­na pochi libri l’anno. Come ti sen­ti a rien­tra­re in questi?

La scel­ta del­la Ache­ron è intel­li­gen­te, per­ché l’eccesso di offer­ta  libra­ria pro­du­ce una serie di distor­sio­ni macro­sco­pi­che nel set­to­re. Se un edi­to­re pub­bli­ca cin­quan­ta testi l’anno, non avrà il tem­po mate­ria­le di seguir­ne nean­che uno, lascian­do così che sia­no gli auto­ri a con­su­mar­si le suo­le per svol­ge­re un impe­gno il qua­le, in linea di mas­si­ma, non spet­te­reb­be loro (anche per­ché, spes­so, non han­no idea di come svol­ger­lo). Inol­tre, le poche ven­di­te dovu­te a que­sta situa­zio­ne non fan­no altro che spin­ge­re l’editore a pub­bli­ca­re più tito­li per far qua­dra­re il bilan­cio, pom­pan­do ope­re che ven­go­no but­ta­te nel mer­ca­to sen­za alcu­na cura e sono dimen­ti­ca­te in due set­ti­ma­ne. Entro bre­ve, non sei più un edi­to­re, ma una tipo­gra­fia. O, ancor peg­gio, diven­ti un edi­to­re a paga­men­to. Ho visto alcu­ni di essi sci­vo­la­re in que­sta spi­ra­le sen­za nean­che sce­glier­la in manie­ra razio­na­le, per mere esi­gen­ze con­tin­gen­ti di soprav­vi­ven­za. L’alternativa al ban­di­ti­smo degli EAP è quel­la di inte­gra­re le poche ven­di­te con dei ban­di pub­bli­ci, ma anche que­sta stra­da è una rou­let­te rus­sa: la dina­mi­ca tipi­ca è che la vit­to­ria di un ban­do, da – ad esem­pio – cen­to­mi­la euro, costrin­ge l’editore a inve­sti­re di tasca sua, men­tre i fon­di arri­ve­ran­no tre anni dopo, quan­do la sua casa edi­tri­ce sarà fal­li­ta pro­prio per i sud­det­ti inve­sti­men­ti. Inol­tre, cre­do che le pic­co­le azien­de cul­tu­ra­li non deb­ba­no mai fon­da­re la loro esi­sten­za sul­la mano pub­bli­ca. Lo sta­to deve crea­re infra­strut­tu­re per la cul­tu­ra, non inca­te­na­re le case edi­tri­ci con finan­zia­men­ti diretti.

La scel­ta del­la Ache­ron di orien­tar­si sui sei tito­li cir­ca l’anno è otti­ma, per­ché è in dire­zio­ne radi­ca­le e con­tra­ria rispet­to a quan­to det­to sopra. Inol­tre, si inte­gra in manie­ra vir­tuo­sa anche con il nostro modo con­di­vi­so di gesti­re le fie­re e le atti­vi­tà sul ter­ri­to­rio. In que­sto modo, la pro­mo­zio­ne di un tito­lo non è svol­ta sol­tan­to dal­la casa edi­tri­ce e dal suo uffi­cio stam­pa, ma anche da tut­ti gli altri auto­ri.  Il net­work uma­no che ne con­se­gue è cru­cia­le, per­ché ci per­met­te di cono­scer­ci a vicen­da, con­di­vi­de­re cono­scen­za, viag­gia­re in luo­ghi che non avrem­mo potu­to visi­ta­re altri­men­ti, col­la­bo­ra­re a pro­get­ti che non sareb­be­ro mai nati. Ergo, diven­ta un momen­to essen­zia­le di for­ma­zio­ne e socia­liz­za­zio­ne. Con tut­te le dif­fi­col­tà del caso, ten­tia­mo di ope­ra­re in siner­gia e sia­mo nel­la con­di­zio­ne di poter fare espe­ri­men­ti e trar­ne qual­che inse­gna­men­to. La Ache­ron si fon­da su long sel­ler che si sfor­za­no di lascia­re un segno e pro­dur­re discus­sio­ni pub­bli­che, non sul disbo­sca­men­to indu­stria­le dell’Amazzonia fina­liz­za­to a riem­pi­re i magaz­zi­ni di libri inven­du­ti per­ché tra­scu­ra­ti, in pri­mo luo­go, da chi li ha creati.


(Con­ti­nua…)