29
Set
2011

Per tutti i diavoli, ho perso il mio sceneggiatore

Que­sto arti­co­lo è sta­to pub­bli­ca­to su Sar­de­gna 24 del 27/09/2011 ed è sta­to scrit­to in col­la­bo­ra­zio­ne con Eli­sa­bet­ta Randaccio 

La pas­sio­ne di Ser­gio Bonel­li, scom­par­so ieri a 79 anni all'ospedale San Gerar­do di Mon­za dove era rico­ve­ra­to da alcu­ni gior­ni, era la scrit­tu­ra. Tra i suoi per­so­nag­gi non a caso c’era Zagor, sin­te­si del­le sue due pas­sio­ni: il fan­ta­sti­co e l'avventura. Quan­do alla mor­te del padre, Ser­gio ere­di­tò l’eroe per eccel­len­za del pan­theon fumet­ti­sti­co ita­lia­no, Tex Wil­ler, il suo pro­ble­ma non fu solo pro­se­gui­re una linea edi­to­ria­le, ben­sì tene­re alto il livel­lo del­le sue saghe avven­tu­ro­se dal pun­to di vista nar­ra­ti­vo. La sua atten­zio­ne, dun­que, fu rivol­ta agli sce­neg­gia­to­ri e agli script for­ni­ti da que­sti ulti­mi all'epica wil­le­ria­na, ma pure a quel­la dei per­so­nag­gi che con­tri­buì a crea­re per la sua casa edi­tri­ce (Mar­tin Myste­re, Dylan Dog, Julia, per fare solo alcu­ni esem­pi), in manie­ra sem­pre vigo­ro­sa e influente.

Cre­sciu­to osser­van­do le tavo­le del western di Gal­lep­pi­ni — un deser­to brul­lo e sug­ge­sti­vo che ricor­da­va in manie­ra evi­den­te i pae­sag­gi del­la Sar­de­gna dove il papà di Tex ave­va vis­su­to a lun­go — accol­se con inte­res­se e fidu­cia nel­la sua scu­de­ria alcu­ni auto­ri del­la nostra iso­la che con­tri­bui­ro­no alla for­tu­na del­la sua casa edi­tri­ce in un perio­do d’oro per il fumet­to ita­lia­no: la deca­de tra gli Ottan­ta e i Novan­ta. Sono que­sti gli anni in cui nasce uno tra i per­so­nag­gi di suc­ces­so del­le edi­zio­ni bonel­lia­ne: Nathan Never. Detec­ti­ve del futu­ro ed eroe del­la fan­ta­scien­za, fu crea­to da tre gio­va­ni auto­ri sar­di nel 1996: Miche­le Med­da, Bepi Vigna ed Anto­nio Ser­ra. Le sto­rie da loro costrui­te attor­no al per­so­nag­gio, oltre ad esse­re ric­che di cita­zio­ni fil­mi­che e let­te­ra­rie, sono costel­la­te da rife­ri­men­ti alla nostra iso­la, tra il rive­ren­te e l’ironico. I tre auto­ri riu­sci­ro­no (e con­ti­nua­no a far­lo tut­to­ra) a con­ta­mi­na­re la serie con pic­co­li ma deci­si­vi par­ti­co­la­ri che rive­la­no la loro iden­ti­tà. Ma la Sar­de­gna è pre­sen­te in tan­te altre avven­tu­re bonel­lia­ne: si pen­si a "Il Miste­ro del Nura­ghe", epi­so­dio del­la serie Mar­tin Myste­re (fir­ma­to sem­pre da Bepi Vigna) o all'albo di "Dam­pyr" in cui è pre­sen­te la figu­ra dell’Accabadora. I pro­dot­ti bonel­lia­ni, soprat­tut­to quel­li lega­ti al per­so­nag­gio di Tex, sicu­ra­men­te anco­ra oggi tra gli albi più ven­du­ti in Ita­lia, han­no crea­to per varie gene­ra­zio­ni un imma­gi­na­rio ben pre­ci­so nell’ambito del fumet­to popolare.

Tra i fan più fede­li del ran­ger crea­to nell’aspetto da Aure­lio Gal­lep­pi­ni, tro­via­mo il cri­ti­co cine­ma­to­gra­fi­co Gian­ni Olla, a cui abbia­mo chie­sto se aves­se mai con­tat­ta­to Ser­gio Bonel­li. Ci ha rac­con­ta­to di una tele­fo­na­ta «nell’occasione di un "com­plean­no" di Tex in cui l’editore mi rac­con­ta­va degli evi­den­ti gusti cine­ma­to­gra­fi­ci del padre sve­lan­do le pole­mi­che nate tra i due a pro­po­si­to del tipo di nar­ra­ti­va western uti­liz­za­ta: Ser­gio Bonel­li ama­va Leo­ne e le con­ta­mi­na­zio­ni con il gene­re fan­ta­sy e, dun­que, ave­va un approc­cio al western più adat­to ai gusti dell’epoca».

Sem­pre a Olla doman­dia­mo se, da let­to­re "for­te" di Tex, anche oggi ne apprez­zi le avven­tu­re, così diver­se da quel­le del­le ori­gi­ni. «Rima­ne l’abitudine del­la let­tu­ra lega­ta alla memo­ria — rispon­de — Sono affe­zio­na­to all’immaginario wil­le­ria­no dei pri­mi 150 nume­ri, dove, a mio vede­re, le sto­rie era­no più com­ples­se e lega­te ai model­li del­la nar­ra­ti­va otto­cen­te­sca, qua­si da melo­dram­ma. Oggi, gli epi­so­di sono più pove­ri sul pia­no del­lo svi­lup­po dell’intreccio, anche se visi­va­men­te han­no un aspet­to assai curato».