È uscito TEOREMA #16. Questo mese, ho scritto Don't Starve – Retorica dell'impotenza, furia dell'hardcore. Ecco l’incipit.
«Nel 1992, un sample rap circolava nel pool genetico della musica hardcore: «Can’t beat the system / Go with the flow» (Non puoi battere il sistema / Segui il flusso). Per un verso, era una semplice vanteria riguardante la potenza del sound system. Ma, forse, in esso possiamo ritrovare, sommersa e perdurante, anche una risonanza politica: nella degradazione socioeconomica dell’Inghilterra (ormai al secondo decennio di governo conservatore), in cui le alternative sembravano impossibili, gli orizzonti si facevano sempre più ristretti e non esisteva alcuno sbocco costruttivo per la rabbia o per l’idealismo. Cosa rimaneva da fare, allora, se non scivolare nell’inconsapevolezza, seguire il flusso, scomparire? Nella loro ricerca di una velocità di fuga, i giovani hardcore finirono in una trappola: una zona morta in cui la corsa senza alcuna direzione muta in una sorta di stasi ipercinetica, sospesa tra lo spasmo e l’entropia.»
Simon Reynolds, Energy Flash
Una delle più sublimi correnti dell’oceano videoludico attuale è quella che ha portato il genere cosiddetto “survival” (sopravvivenza) dalla nicchia per appassionati in cui è nato alla straordinaria popolarità odierna – specialmente presso i più giovani.
Sardegna Reporter mi ha intervistato in occasione dell'ultima presentazione di PARADOX. Ecco un estratto:
Sei un autore molto prolifico, il che rivela indubbiamente grande creatività e forza di volontà. Per chi fa il tuo mestiere conta più l’estro o la disciplina?
Conta solo la disciplina in realtà, l’estro non conta assolutamente niente. Quando si parla di letteratura, le idee non contano niente, quel che conta riuscire a realizzare un prodotto finito che richiede quattro o cinque ore di lavoro al giorno per magari tre mesi, progettarsi una scaletta con la trama, creare le schede dei personaggi… tutta una serie di attività “artigianali” che potrebbe fare chiunque. Però “chiunque” non lo fa, appunto perché richiede una quantità di lavoro esorbitante per un’attività che non sai se avrà riscontro. È tutta disciplina, è tutta tecnica ed è tutto lavoro.
Ottavo brano punk hardcore di THE DIABOLIST VARIATIONS, un opera di vandalismo ai danni dell'Inverno di Vivaldi. Questo brano conclude l'album, che da ora è integralmente scaricabile.
È uscito TEOREMA #15. Questo mese, ho scritto The Witness – Le fredde rovine del tempio della Dea Ragione. Ecco l’incipit.
È commovente constatare come il medium videogame, che abbiamo visto nascere e crescere nell’arco delle nostre vite, stia maturando sempre più in una forma d’arte completa; non tutte le epoche hanno potuto esperire la genesi di una nuova musa. The Witness della Thekla Inc, realizzato sotto la direzione di Jonathan Blow, è sicuramente una delle pietre miliari di questo processo. Nella più minimalistica delle definizioni, potremmo considerarlo un puzzle: un grande rompicapo, allestito da una folta squadra di persone dai più svariati talenti, nel corso di otto lunghi anni di fatica.
Sesto brano di THE DIABOLIST VARIATIONS, più o meno ispirato ai Fear Factory. Buon primo Maggio.