6
Feb
2017

Teorema – Mother Russia Bleeds

È usci­to TEOREMA #13. Que­sto mese, ho scrit­to Mother Rus­sia Bleeds – Il pas­sa­to come mer­ce e come arma. Ecco l’incipit.


«Nul­la cam­bie­rà il mon­do» ripe­te Mari­lyn Man­son in Lamb of God, un bra­no scrit­to al ter­mi­ne del mil­len­nio. La tota­le resa innan­zi a una real­tà alie­na­ta e immu­ta­bi­le è dive­nu­ta la nuo­va ideo­lo­gia dell’Occidente fin dagli anni ’80; abbia­mo sen­ti­ti trop­pi lea­der, dal­la That­cher alla Mer­kel, annun­cia­re che «non esi­ste alter­na­ti­va». A loro, si è pre­sto uni­to un com­pia­ciu­to coro di intel­let­tua­li e filo­so­fi d’apparato, deter­mi­na­ti a con­vin­cer­ci che la nostra uni­ca scel­ta sia sop­por­ta­re il mon­do e non mutar­lo, in quan­to, dopo cin­quan­ta­mi­la anni di sto­ria uma­na, essa si è con­clu­sa di col­po nel 1989, insie­me all’esperienza del bloc­co sovie­ti­co. Non mi pare sia neces­sa­rio con­fu­ta­re que­sta con­ce­zio­ne ridi­co­la e mil­le­na­ri­sti­ca del­la sto­ria, che tut­to pie­ga alla fal­sa coscien­za libe­ri­sta, per­ché è già sta­to fat­to: in pri­mo luo­go dagli even­ti di que­sti ulti­mi ven­ti anni e, in secon­do luo­go, da una ple­to­ra di sto­ri­ci e filo­so­fi “cri­ti­ci” o “ete­ro­dos­si” (ven­go­no così iden­ti­fi­ca­ti dal main­stream colo­ro che nel medioe­vo era­no, meno ipo­cri­ta­men­te, bol­la­ti d’apostasia). Tut­ta­via, è inte­res­san­te nota­re come il virus con­cet­tua­le del­la “fine del­la sto­ria” si sia radi­ca­to, anche incon­sa­pe­vol­men­te, nel­la welt­an­shauung di milio­ni di per­so­ne e di come abbia pro­dot­to effet­ti col­la­te­ra­li non ovvi. Tra di essi, il pas­sa­to inte­so sia come bene di con­su­mo sia come arma. Per illu­stra­re que­sto argo­men­to, pen­so sia uti­le pren­de­re in esa­me un video­ga­me in cui quat­tro rom rus­si si spa­ra­no gran­di sirin­ga­te di dro­ghe leta­li men­tre per­cuo­to­no i loro nemi­ci a col­pi di toi­let­te e bot­ti­glie rotte.


(con­ti­nua qui…)

1
Feb
2017

Il manuale CIA per sabotare le organizzazioni con la "stupidità intenzionale"

Que­sto arti­co­lo è sta­to tra­dot­to per Mega­chip, lo tro­vi qui.

di Josh Jones.

Ho sem­pre ammi­ra­to chi rie­sce a navi­ga­re con suc­ces­so in ciò che chia­mo il "Castel­lo di Kaf­ka", un con­cet­to ter­ri­fi­can­te che indi­ca le tan­te azien­de e orga­ni­smi gover­na­ti­vi in pos­ses­so di un pote­re illi­mi­ta­to sui nostri dati per­so­na­li, e che paio­no imper­scru­ta­bi­li, agghiac­cian­ti e assur­di quan­to il labi­rin­to in cui K è intrap­po­la­to nell'ultimo roman­zo alle­go­ri­co di Kaf­ka. Anche se non hai let­to Il Castel­lo, ma lavo­ri per un'entità del gene­re — o, come tut­ti noi, hai rap­por­ti fre­quen­ti con l'Agenzia del­le Impo­ste, il siste­ma sani­ta­rio e ban­ca­rio, etc. — sarai ben con­sa­pe­vo­le dell'incompetenza dia­bo­li­ca che si masche­ra da due dili­gen­cee ci inca­te­na in ogni modo pos­si­bi­le. Per­ché del­le orga­niz­za­zio­ni mul­ti­mi­lio­na­rie (o mul­ti­bi­lio­na­rie) sem­bra­no inca­pa­ci, o deter­mi­na­te a fal­li­re, nel­la rea­liz­za­zio­ne del più ele­men­ta­re degli obiet­ti­vi? Per­ché sia­mo così tan­ti a tra­scor­re­re la vita all'interno di incu­bi buro­cra­ti­ci che paio­no usci­ti da fic­tion sati­ri­che come The Offi­ce e Offi­ce Spa­ce?

Con­ti­nua a leggere…

31
Gen
2017

YouTube Party #27 — Ultra Hal Chatbot Talks with another Ultra Hal bot

È appe­na usci­to il nuo­vo nume­ro di Dia­ri di Cine­club, in cui si pro­se­gue la mia rubri­ca You­Tu­be Par­tyIn que­sto arti­co­lo si par­la di intel­li­gen­ze arti­fi­cia­li pas­si­vo-aggres­si­ve, pur­ghe pla­ne­ta­rie anti­u­ma­ne e tri­via­li­tà del mer­ca­to. Puoi sca­ri­ca­re Dia­ri di Cine­club #47 clic­can­do il tasto sot­to­stan­te. L'articolo è a pagi­na 32.
26
Gen
2017

Narrativa – L'Hardware e il Software

Tut­ti abbia­mo let­to infi­ni­ti arti­co­li, sag­gi e com­men­ti sul­le tec­ni­che di scrit­tu­ra, sull'editing e su ogni aspet­to del­la pro­du­zio­ne let­te­ra­ria. Tut­ta­via, l'elemento che più mi incu­rio­si­sce nell'attività degli scrit­to­ri è, spes­so, quel­lo pura­men­te tec­no­lo­gi­co. Qua­li stru­men­ti usa­no, come li usa­no. Ho pro­po­sto l'idea di un arti­co­lo su que­sto tema a mol­ti col­le­ghi ma, fino­ra, le tra­ver­sie del­la vita (sca­den­ze, lavo­ro, sme­mo­ra­tez­za, caos tota­le, etc) han­no tenu­to in free­zer l'iniziativa. Per cui, con scat­to viri­le, ho deci­so di comin­cia­re da solo, nel­la spe­ran­za che gli altri auto­ri sia­no così gen­ti­li da offri­re un poco del loro tem­po per rispon­de­re alle doman­de che seguo­no e posta­re il risul­ta­to sul­le loro home­pa­ge. Pen­so che la con­di­vi­sio­ne di que­ste infor­ma­zio­ni pos­sa ave­re un effet­to posi­ti­vo su tut­ti gli altri, e far sco­pri­re uti­li fer­ri del mestie­re a chi di que­ste cose si occu­pa tut­ti i gior­ni. Per cui, se sei uno scrit­to­re o una scrit­tri­ce, foto­gra­fa la tua scri­va­nia, rispon­di alle doman­de e segna­la­mi il link del tuo pez­zo. Se non lo sei, è pro­ba­bi­le che il con­te­nu­to di que­sto arti­co­lo ti addor­men­ti dopo una riga. In ogni caso, que­sti sono i miei attrez­zi ed il modo in cui li uso.


Descri­vi il luo­go in cui lavori.


Nel­la foto, da sini­stra a destra: Rasp­ber­ry Pi con den­tro Kali Linux, maz­zo di post-it, pen­ne, evi­den­zia­to­re, col­tel­lo, for­bi­ci, anel­li tamar­ri, due pipe, un boc­chi­no per siga­ret­te, siga­ret­te elet­tro­ni­che di diver­sa poten­za, maz­zo dei taroc­chi "Thoth" di Alei­ster Cro­w­ley e Frie­da Har­ris, tac­cui­ni, pic­co­lo nar­ghi­lé, cubo di Hell­rai­ser di car­ta, set di dadi da role­player, mixer Nano­Kon­trol 2 del­la Korg, astuc­cio con bat­te­rie per siga­ret­ta elet­tro­ni­ca, scher­mo secon­da­rio, mitra per la Nin­ten­do Wii, tastie­ra APC Keys 25 (die­tro il moni­tor), game­pad CSL, iPho­ne, iMac 28 pol­li­ci, ven­to­la USB, due HD ester­ni per un tota­le di 4 tera­by­te, Laun­ch­pad e Laun­ch­pad Mini del­la Nova­tion, gro­vi­glio di cavi, sca­to­let­ta con den­tro bat­te­rie e pez­zi di ricam­bio, cas­se e woo­fer, boc­cet­te e cari­ca­bat­te­rie per la siga­ret­ta elet­tro­ni­ca, pisto­la per la Wii, busto di Mao con col­la­ne india­ne in pla­sti­ca pro­ve­nien­ti dal­la Val­le del­la Mor­te, trac­k­pad, mou­se, tastie­ra. Fuo­ri dal­la foto: iPad (usa­to per scat­tar­la) con tastie­ra ester­na da viag­gio, stam­pan­te, cuf­fio­ni Sen­n­hei­ser attac­ca­ti al com­pu­ter. Alle mie spal­le, un tele­vi­so­re dota­to di Chro­me­ca­st e di un secon­do Rasp­ber­ry Pi con den­tro Retro­Pie. Nel resto del­la casa: i for­nel­li del­la cuci­na e il WC sono gli uni­ci posti libe­ri da muc­chi di libri.


Di qua­li stru­men­ti (sia soft­ware che hard­ware) non puoi fare a meno per scrivere?


Scri­ve­ner – È il mio prin­ci­pa­le stru­men­to di scrit­tu­ra e con­tie­ne tut­te le fun­zio­na­li­tà neces­sa­rie per rea­liz­za­re un libro, da zero fino all'eBook (l'impaginazione per il car­ta­ceo è rea­liz­za­ta con InDe­si­gn in una fase suc­ces­si­va). Scri­ve­ner mi per­met­te di tene­re in un uni­co file tut­ta la mia pro­du­zio­ne, con annes­si appun­ti, sog­get­ti, sca­let­te, sche­de varie, uno sto­ri­co del­le revi­sio­ni di ogni testo e ogni altro file atti­nen­te. È uti­le per roman­zi, arti­co­li, sce­neg­gia­tu­re per fumet­to o film; in real­tà, per qual­sia­si cosa in for­ma scrit­ta. Ha gene­ra­to­ri casua­li di nomi per i per­so­nag­gi, uno spell­check sin­tat­ti­co e orto­gra­fi­co, una moda­li­tà di scrit­tu­ra a tut­to scher­mo sen­za distra­zio­ni, la pos­si­bi­li­tà di crea­re link inter­te­stua­li e una pac­ca­ta di altri modu­li che ecce­do­no l'immaginazione dell'utente (ad esem­pio, scan­ner per l'analisi del­le paro­le trop­po ripe­tu­te e altri ammen­ni­co­li più estre­mi). Oltre ai roman­zi e gli arti­co­li, il master­fi­le con­tie­ne varie "Bib­bie" con i det­ta­gli di varie ambientazioni.

Scap­ple – Que­sto soft­ware, aper­to in full­screen nel­lo scher­mo secon­da­rio, con­tie­ne una lava­gna vir­tua­le in cui rac­co­glie­re tut­te le infor­ma­zio­ni uti­li sul capi­to­lo su cui si sta lavo­ran­do: il sog­get­to, una sven­ta­glia­ta di appun­ti uti­li, etc. Inol­tre, lo uso anche per l'analisi strut­tu­ra­le del sog­get­to, asse­gnan­do ad ogni sce­na di un roman­zo un ico­na che ne descri­va la tipo­lo­gia, e piaz­zan­do­le in sequen­za ascen­den­te o discen­den­te, così da dar­mi un qua­dro visi­vo del­le micro-vit­to­rie e micro-scon­fit­te del pro­ta­go­ni­sta: con una sem­pli­ce occhia­ta è quin­di faci­le iden­ti­fi­ca­re even­tua­li pro­ble­mi strut­tu­ra­li (una sequen­za di beat nar­ra­ti­vi incen­tra­ti sull'esposizione, ad esem­pio, o una serie di sce­ne ascen­den­ti, segna­le che non sto dan­do abba­stan­za filo da tor­ce­re al per­so­nag­gio prin­ci­pa­le). Sic­co­me Scap­ple offre una lava­gna infi­ni­ta, nel­la sua par­te supe­rio­re ho sti­la­to una cro­no­lo­gia zoom­ma­bi­le degli even­ti dell'universo nar­ra­ti­vo, una bache­ca in cui segna­re hook irri­sol­ti da svi­lup­pa­re in altri roman­zi e una map­pa dei rap­por­ti tra i per­so­nag­gi di tut­ti i miei libri.

Ever­no­te – Essen­zia­le per uno scrit­to­re, Ever­no­te con­tie­ne l'archivio di tut­te le mie idee o di qual­sia­si ele­men­to coe­ren­te alla mia este­ti­ca sco­per­to in altri testi, libri o film. Ogni tac­cui­no vir­tua­le di Ever­no­te con­tie­ne gli appun­ti su un pro­get­to pre­sen­te o futu­ro, più una car­tel­la "gene­ra­li­sta" in cui ripor­re i bran­del­li con­cet­tua­li che anco­ra non han­no tro­va­to una casa.

Typew­ri­ter Key­board – Que­sto soft­ware ha una fun­zio­ne mol­to sem­pli­ce: alla pres­sio­ne di ogni tasto, repli­ca il suo­no del­le bat­tu­te su una mac­chi­na da scri­ve­re ana­lo­gi­ca. È una cosa da feti­ci­sti, lo ammetto.

Bac­k­bla­ze + Time Machi­ne + Dro­p­box + Hazel – L'interazione tra que­sti soft­ware fa sì che i bac­kup del master­fi­le con den­tro la mia pro­du­zio­ne fini­sca­no auto­ma­ti­ca­men­te in tre HD diver­si (due ester­ni e uno inter­no), in un ser­vi­zio di cloud e in un secon­do ser­vi­zio di bac­kup onli­ne. In que­sto modo, anche se il mio com­pu­ter fos­se col­pi­to da un meteo­ri­te, da qual­che par­te sarà pre­sen­te un bac­kup. La copia in due ser­vi­zi onli­ne (Dro­p­box e Bac­k­bla­ze) è fran­ca­men­te para­noi­ca, ma la sicu­rez­za infor­ma­ti­ca deve esser­lo. Ogni anno rea­liz­zo anche un bac­kup USB dell'intera produzione.

Mobi­le – Se sono costret­to a lavo­ra­re in viag­gio, il setup sopra descrit­to si ridu­ce a Scri­ve­ner sull'iPad (in sync con il master­fi­le sul mio com­pu­ter), accom­pa­gna­to da una tastie­ra ester­na iCle­ver. Ever­no­te sull'iPhone può far le veci di Scapple.


Descri­vi la tua rou­ti­ne di lavoro.


Mi sve­glio. Fac­cio una pas­seg­gia­ta di un'ora nel­la palu­de di fian­co a casa mia, men­tre ascol­to pod­ca­st o lezio­ni su mate­rie dispa­ra­te in MP3. Alle 9:30 ini­zia la pri­ma ses­sio­ne di lavo­ro. Revi­sio­no quan­to scrit­to il gior­no pri­ma e pro­du­co due­mi­la paro­le di mate­ria­le addi­zio­na­le. La ses­sio­ne si chiu­de alle 13:30. Ripren­do alle 15:00. Stu­dio qual­co­sa per un ora; di soli­to, si trat­ta di tuto­rial o testi tec­ni­ci su nuo­vi soft­ware (o un appro­fon­di­men­to di quel­li che già cono­sco), testi uma­ni­sti­ci o scien­ti­fi­ci, acqui­si­zio­ne di nuo­ve abi­li­tà pra­ti­che. La secon­da ses­sio­ne di lavo­ro comin­cia alle 16. Que­sta è dedi­ca­ta a qual­sia­si cosa non sia atti­nen­te alla nar­ra­ti­va, e dura fino alle 19. Dal­le 20 in poi, se sono anco­ra in con­di­zio­ni accet­ta­bi­li, pro­du­co musi­ca o mi dedi­co a pro­get­ti più eso­te­ri­ci (gra­fi­ca frat­ta­le, crea­zio­ne di video­ga­me, gio­chi da tavo­lo, etc.). In caso con­tra­rio, guar­do un film o gio­co a un video­ga­me. Dal­le 23 alle 2 mi dedi­co alla let­tu­ra. La rou­ti­ne descrit­ta, tut­ta­via, rap­pre­sen­ta una gior­na­ta idea­le, ed è pen­sa­ta per bilan­cia­re vari fat­to­ri: una sor­ta di for­ma­zio­ne auto­di­dat­ta per­ma­nen­te, l'output lavo­ra­ti­vo, qual­che con­ces­sio­ne alla salu­te e qual­cu­na all'intrattenimento. Non è infre­quen­te che il casi­no esi­sten­zia­le di noi tut­ti (com­mis­sio­ni, impre­vi­sti, sca­den­ze di lavo­ro) la man­di a mon­te in manie­ra par­zia­le o totale.


Descri­vi un "truc­co" che ti fa rispar­mia­re tempo.


Ave­re un archi­vio orga­niz­za­to in modo razio­na­le è cru­cia­le. Ogni idea, e in gene­ra­le tut­to ciò che in qual­che modo vibra alla stes­sa fre­quen­za del­la mia este­ti­ca, vie­ne anno­ta­to su un tac­cui­no o "screen­shot­ta­to", per poi fini­re nel mio account Ever­no­te, in una car­tel­la dedi­ca­ta al pro­get­to pre­sen­te o futu­ro a cui è atti­nen­te, oppu­re nel­la car­tel­la "gene­ra­li­sta" in cui si accu­mu­la tut­to ciò che anco­ra non so come usa­re. Quan­do ini­zio a lavo­ra­re su un deter­mi­na­to pro­get­to, il con­te­nu­to del­la car­tel­la vie­ne tri­ta­to e i suoi ele­men­ti prin­ci­pa­li spar­si come note a pié pagi­na del sog­get­to, per poi fini­re nel mini-sog­get­to di un sin­go­lo capi­to­lo e poi sul file Scap­ple che uso come scher­mo secon­da­rio men­tre scri­vo. Se mi vie­ne richie­sto di crea­re un con­cept nuo­vo su due pie­di, pren­do una man­cia­ta di sug­ge­stio­ni dal­la car­tel­la gene­ra­li­sta di Ever­no­te, le col­le­go con­cet­tual­men­te e ho pron­to un pro­get­to nuo­vo in manie­ra istan­ta­nea. In que­sto modo, la rispo­sta alla doman­da «Dove pren­di le tue idee?» è, let­te­ral­men­te, «Ever­no­te».


Lavo­ri ai tuoi pro­get­ti uno dopo l'altro o, dopo aver­ne con­clu­so uno, ti pren­di un perio­do di rifles­sio­ne in modo da coa­gu­la­re le idee per il successivo?


Nel­la miglio­re del­le ipo­te­si, con­clu­do un roman­zo da feb­bra­io a mag­gio e uno da set­tem­bre a dicem­bre, con­ce­den­do un mese alla ricer­ca, due alla scrit­tu­ra e uno alle revi­sio­ni fina­li. Scri­ve­re un roman­zo è tal­men­te fati­co­so che mi lascio sem­pre qual­che tem­po per respirare.


Cosa ascol­ti men­tre lavori?


La scel­ta di default è la dark ambient o il punk har­d­co­re: sono gli uni­ci gene­ri che, per qual­che moti­vo, non mi distrag­go­no. A WORLD WITHOUT US e IT IS THE VOID sono sta­ti com­po­sti a mio uso e con­su­mo, pro­prio per que­sto moti­vo. Tal­vol­ta, ascol­to rumo­ri d'ambiente (come quel­li regi­stra­ti da Wes Otis del­la Pla­te­mail Games o da Radio Apo­ree) atti­nen­ti a quan­to devo scri­ve­re. In par­ti­co­la­ri casi, creo una play­li­st ad hoc con il meglio del­la musi­ca dell'epoca in cui è ambien­ta­to il roman­zo (ad esem­pio, gli anni '50 in Cali­for­nia per Anti­cri­sto Ame­ri­ca­no).


Qua­li sono le tue abi­tu­di­ni di lettura?


Dato che la mia capa­ci­tà d'attenzione (come quel­la di tut­ti) si è piut­to­sto logo­ra­ta con l'immersione nel ron­zio digi­ta­le del­la rete, mi dedi­co tipi­ca­men­te a quat­tro libri con­tem­po­ra­nea­men­te, leg­gen­do due capi­to­li di cia­scu­no a rota­zio­ne. Tre tito­li sono di nor­ma roman­zi o sag­gi, men­tre uno è un manua­le tec­ni­co, un fumet­to o un gio­co di ruo­lo. Indi­pen­den­te­men­te dal loro con­te­nu­to, due sono sem­pre car­ta­cei, uno è sul eRea­der Kobo in for­ma­to EPUB e uno sull'iPad in for­ma­to PDF. Que­sta stra­te­gia mi ha per­mes­so non solo di bypas­sa­re il soli­to "Non rie­sco a leg­ge­re per­ché non mi con­cen­tro", ma a mol­ti­pli­ca­re le mie let­tu­re in modo terrificante.


[Aggior­na­men­to 13:27] Ho segna­la­to l'iniziativa agli auto­ri del­la casa edi­tri­ce Ache­ron Books. Ecco un'analisi di fer­ri del mestie­re e tec­ni­che di Mau­ro Lon­goDavi­de Mana e Fabri­zio Bor­gio.

24
Gen
2017

Rassegna Stampa — Daniele Barbieri su PARADOX

La Bot­te­ga del Bar­bie­ri ha recen­si­to PARADOX. Ecco un estratto:


Ove mai vi intri­ghi­no Love­craft, il pre­cet­to taoi­sta Wu Wei, la Chie­sa di Sata­na, l’Aleph (qui in ver­sio­ne inso­li­ta), la Caba­la, il fiu­me di escre­men­ti, i Rosha­niya, gli dèi schia­vi, il pre­si­den­te Sara­gat, Mau­ser nel sen­so di bang­bang, i viag­gi nel tem­po, Kismet, i cani uma­ni, le mac­chi­ne di Rube Gold­berg allo­ra non per­de­te­vi «Para­dox».


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Una rapi­da rispo­sta a Danie­le Bar­bie­ri: sì, un cer­to nume­ro di refu­si sono sfug­gi­ti alle maglie dell'editing. Sono sta­ti bru­tal­men­te assas­si­na­ti in segui­to all'uscita del libro; di loro non resta memo­ria nel­la secon­da tiratura.

20
Gen
2017

Rassegna Stampa — Netmassimo Blog parla di PARADOX

Net­mas­si­mo Blog ha recen­si­to PARADOX. Ecco un estratto:


Il risul­ta­to è un roman­zo deci­sa­men­te di fan­ta­scien­za che con­tie­ne for­ti riman­di riman­di e omag­gi più o meno for­ti ed espli­ci­ti a ope­re di vari gene­ri e per­fi­no a sto­ria e cro­na­ca. Come il mul­ti­ver­so in cui è ambien­ta­to, è un mosai­co in cui tan­ti tas­sel­li for­ma­no un’immagine com­po­si­ta su una base fantascientifica.


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16
Gen
2017

Rassegna Stampa — Alessio Schreiber su PARADOX

Ales­sio Schrei­ber ha recen­si­to PARADOX. Ecco un estratto:


Para­dox oppo­ne alla real­tà deca­den­te (“ogni cosa è tol­le­ra­bi­le, tran­ne que­sto mon­do”) l’esperienza dell’impossibile. Quel­lo che Mas­si­mo Spi­ga pro­po­ne è un viag­gio side­ra­le. Un’esperienza com­ples­sa che non si limi­ta a tra­sci­nar­ci nei più recon­di­ti sce­na­ri alie­ni e a con­tor­nar­li di un distur­ban­te sen­so del mera­vi­glio­so. Attra­ver­so le insi­die del mon­do e del lin­guag­gio, ci for­ni­sce anche un’analisi atten­ta sul­le visce­re buie e umi­de dell’animo uma­no cata­pul­tan­do il let­to­re in pae­sag­gi cor­rot­ti che riflet­to­no gof­fa­men­te le geo­me­trie distor­te del­la mente.


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13
Gen
2017

Rassegna Stampa — "Il Neurone allo Specchio" su Paradox

Il coman­dan­te Starr com­men­ta la recensione.


Il Neu­ro­ne allo Spec­chio ha recen­si­to PARADOX. Ecco un estratto:


Avrei ini­zia­to il post su que­sto fre­schis­si­mo roman­zo di Mas­si­mo Spi­ga dicen­do che sem­bra il figlio ibri­do de La tri­lo­gia degli Illu­mi­na­ti di Robert Shea e Robert Anton Wil­sonHype­rion di Dan Sim­mons oppu­re La fine dell'Eternità di Isaac Asi­mov, e la fan­ta­scien­za sati­ri­co misti­ca di Moe­bius, ma non aven­do tro­va­to que­sti auto­ri tra le fon­ti diret­te d'ispirazione in coda al libro (indi­ret­ta­men­te, il cita­to Hakim Bey di T.A.Z. si defi­ni­sce discor­dia­no, come i pro­ta­go­ni­sti del­la tri­lo­gia degli Illu­mi­na­ti), cre­do che le simi­li­tu­di­ni sia­no una coin­ci­den­za uti­le per con­si­glia­re il libro a chi ha già apprez­za­to tut­te que­ste opere.


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Un appun­to: non ho cita­to la tri­lo­gia di RAW per­ché è il mio auto­re car­di­ne, è l'aria che respi­ro. Tut­to quel che scri­vo è illu­mi­na­to da lui, e mi ha cam­bia­to la vita (al pari di War­ren Ellis); que­sto è il moti­vo per cui non lo men­zio­no. Riguar­do alla que­stio­ne sul fumet­to: cer­to, sono uno sce­neg­gia­to­re di fumet­ti, per cui hai col­to nel segno.

11
Gen
2017

Rassegna Stampa — Andrea Atzori su Paradox, scrittura e cultura

 

Andrea Atzo­ri ha scrit­to un appro­fon­di­to arti­co­lo che, par­ten­do da PARADOX, ARMI NARRATIVE SPERIMENTALI e una recen­sio­ne di Ezio Ama­di­ni a com­men­to del pri­mo, svi­lup­pa un ragio­na­men­to sul­la scrit­tu­ra e sul­la cul­tu­ra con­tem­po­ra­nea. Sono estre­ma­men­te feli­ce che, per una vol­ta, si vada oltre le con­si­de­ra­zio­ni di carat­te­re este­ti­co (mi pia­ce, non mi pia­ce, talen­to, man­can­za del­lo stes­so, ade­ren­za o ribel­lio­ne al cano­ne, etc.) e si argo­men­ti e com­men­ti sul­le idee pro­po­ste in un testo o in un cor­pus let­te­ra­rio; dopo­tut­to, sono il moti­vo stes­so per cui que­sti scrit­ti esi­sto­no. Come con­tri­bu­to alla discus­sio­ne, pub­bli­co anche per il down­load gra­tui­to il sag­gio bre­ve FORMA E VUOTO (cita­to da Andrea in più pun­ti), che chiu­de ANS e ne tira le fila teo­ri­che. Se vi occu­pa­te di let­te­ra­tu­ra a qual­sia­si tito­lo, ogni com­men­to-obie­zio­ne-rifles­sio­ne è ben gra­di­to. Ecco un estrat­to dell'articolo:


Spi­ga sta in fon­do sco­pren­do l’acqua cal­da: “la mor­te dell’autore”, Roland Bar­thesFou­cault. Que­ste pro­fe­zie però, con la capa­ci­tà di com­pu­ta­zio­ne del­le moder­ne mac­chi­ne e dell’archivio infi­ni­to che è il web, smet­to­no di esse­re spe­cu­la­zio­ne let­te­ra­ria e diven­ta­no real­tà. È per­ciò straor­di­na­ria­men­te iro­ni­co, e inve­ro tri­ste, che un auto­re che pre­di­ca (e appli­ca con rigo­re) una poe­ti­ca dell’impersonalità, che ha capi­to che non vi sono più né Auto­ri né Let­te­ra­tu­ra, ma sol­tan­to infor­ma­zio­ne e rie­la­bo­ra­zio­ne, ven­ga stron­ca­to per il pre­sun­to ego del cita­zio­ni­smo. È il con­tra­rio: l’ego risie­de nel non cita­re. L’Accademia l’ha capi­to da quan­do è sor­ta. La fic­tion per­pe­tra un’efferata bugia, la sfrut­ta e la quo­ta in bor­sa. E ci pia­ce così.


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